| Bella riflessione, che mi fa venire in mente due cose. Innanzitutto, i tempi di ricaricamento, all'epoca, erano talmente lunghi (circa due colpi al minuto, nel migliore dei casi) che si necessitava della tattica di sparare sfruttando più file di fuoco. Mi viene in mente un aneddoto, riguardante la storia giapponese (sono fissato perché la sto studiando adesso), che però si rifà al XVI secolo, dove Oda Nobunaga capì che gli archibugi erano l'arma del futuro. Tutti dicevano che non servivano a nulla perché i tempi di ricaricamento erano troppo lenti, ma lui ebbe l'idea di creare le famose "rows", le file di fuoco distinte, che lo fecero trionfare nelle battaglie. Purtroppo, però, i fucilieri non hanno mai avuto vita lunga, nella maggior parte dei casi e in quasi tutti i contesti storici.
Chiusa la parentesi bellica, mi viene in mente un altro aneddoto (sembro il vecchio del villaggio): ai tempi della II Guerra Mondiale, i Russi avevano talmente tanti problemi economici, che ai soldati veniva dato un fucile una manciata di colpi, come se fossero le cose più preziose al mondo, e i soldati si arrangiavano solo con quelli. Nella battaglia di Stalingrado, i soldati agivano in coppia: ad un soldato veniva dato un fucile e i proiettili, all'altro solo i proiettili. Quando il soldato con il fucile moriva, quello con i proiettili prendeva il fucile, e così via. Nel film "Il nemico alle porte" (bellissimo, tra l'altro) c'è una famosa scena che illustra bene questa tragica situazione.
La scena di LE che si rifà a queste situazioni, all'inizio della battaglia di Minagith, è molto bella e intensa proprio per questo motivo... il realismo dovuto allo studio fatto dagli sceneggiatori, ma soprattutto l'empatia con l'emotività del soldato, che si trova in quella situazione assurda e deve cercare di sopravvivere ad un attimo tragico di quella battaglia, il fuoco dei fucilieri, solo perché un codice d'onore ha stabilito che sia così.
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